TIMEO di Taormina (tra il 350 ed il 250 a.C.)
Timeo di Taormina, che ebbe il poco simpatico soprannome di "detrattore", visse più di 90 anni, tra il 350 ed il 250 a.C.. Fu tiranno di della sua città e, all'età di 23 anni, essendo stato esiliato da Agatocle e se ne andò ad Atene, dove frequentò le lezioni dello storico Filisto, che a sua volta era stato allievo di Isocrate.
Ad Atene Timeo rimase 50 anni e solo in età avanzata ritornò in patria, dove morì verso il 250 a.C..
Timeo di Taormina compose una "Storia della Sicilia" (della quale ci rimangono solo frammenti) in 48 libri in cui trattava anche i popoli che vennero a contatto con quest'isola. L'opera si ferma al 264 a.C., inizio della 1ª guerra punica. Essa, ricca di notizie storico-antiquarie ed etnografiche, allargata fino ad abbracciare quasi tutto il mondo occidentale, era basata su accurate ricerche e servì come fonte per gli storici successivi. Tra questi ci fu Polibio, il quale, però, criticava l'opera di Timeo accusandola di essere frutto di un'erudizione teorica e libresca.
Timeo non ebbe un'acuta visione storica, ma fu onesto uomo, erudito e diligente. Con questo storico si affermava definitivamente l'abitudine di narrare i fatti datandoli sulla base delle Olimpiadi.
Timeo seguì l'indirizzo di Geronimo di Cardia, ma si salva da ogni eccesso.
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La vita
Timeo di Taormina, che ebbe il poco simpatico soprannome di "detrattore", visse più di 90 anni, tra il 350 ed il 250 a.C.. Fu tiranno di della sua città e, all'età di 23 anni, essendo stato esiliato da Agatocle e se ne andò ad Atene, dove frequentò le lezioni dello storico Filisto, che a sua volta era stato allievo di Isocrate.
Ad Atene Timeo rimase 50 anni e solo in età avanzata ritornò in patria, dove morì verso il 250 a.C..
Opere
Timeo di Taormina compose una "Storia della Sicilia" (della quale ci rimangono solo frammenti) in 48 libri in cui trattava anche i popoli che vennero a contatto con quest'isola. L'opera si ferma al 264 a.C., inizio della 1ª guerra punica. Essa, ricca di notizie storico-antiquarie ed etnografiche, allargata fino ad abbracciare quasi tutto il mondo occidentale, era basata su accurate ricerche e servì come fonte per gli storici successivi. Tra questi ci fu Polibio, il quale, però, criticava l'opera di Timeo accusandola di essere frutto di un'erudizione teorica e libresca.
Giudizio
Timeo non ebbe un'acuta visione storica, ma fu onesto uomo, erudito e diligente. Con questo storico si affermava definitivamente l'abitudine di narrare i fatti datandoli sulla base delle Olimpiadi.
Timeo seguì l'indirizzo di Geronimo di Cardia, ma si salva da ogni eccesso.
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